Gesù visse 33 anni, morì e risorse
No. Probabilmente Gesù fu crocifisso nella pasqua dell’anno 30 EC e dovrebbe essere nato tra il 9 AEC e il 7 EC (i vangeli su questo si contraddicono). Persino l’anno zero è sbagliato!
Questo per parlare di storia, e non del dio-agnello-salvatore-amico-che-cammina-con-te del cristianesimo di oggi, che è solo un rigonfiamento della fede.
Infatti, non c’è fonte sicura a provarlo: oh che strano!, nessuno storico, filosofo o letteratodel suo tempo ne parla! Filone di Alessandria (20 AEC-50 EC), Giuseppe Flavio (37-95 EC), Tacito, Seneca, Plinio il Vecchio, Plinio il Giovane, Plutarco, Svetonio.. studiosi a cui bastava affacciarsi alla finestra per vedere Gesù passare, hanno riempito libri e libri e ancora libri su uomini, eventi naturali, fatti e fatterelli anche molto meno importanti, di quei precisi luoghi, ma nessuno scrive di lui o della sua ‘rivoluzione’, sulla sua pazzesca nascita, gli incredibili miracoli e guarigioni, le folle al seguito, e nemmeno sulla sua resurrezione.. Dico, e che resurrezione!! Imbarazzaaaaaante.
Si accenna (anni dopo) ai primi cristiani, cioè a un gruppo che credeva a un certo leggendario Maestro, e non si dedicano che poche, vaghe e indifferenti righe al maestro stesso! Decisamente debole come prova storica, di un uomo che si suppone avesse stravolto quel mondo. Si vede che in realtà c’era poco da dire.. tranne per i suoi fedeli compagni e tutti quelli che in seguito credettero alle loro voci.
Già, perché nemmeno loro scrissero nulla, per decine d’anni fu il gioco del telefono (e fra tante persone, in differenti città, in lingue diverse!). Del resto nemmeno Gesù si preoccupò – poco furbamente – di scrivere o dettare un bel testo riassuntivo dei suoi insegnamenti, da lasciare in tante belle copie autografe come eredità chiara e sicura! Boh.. Se riteneva il proprio messaggio e il proprio sacrificio tanto essenziali alla salvezza, perché incarnarsi ma poi lasciare che ciò assumesse i contorni della leggenda? Perché da risorto non farsi vedere da tutti, anziché dai discepoli, guarda un po’ i soli a raccontarlo? Di più: perché non farsi vedere *mentre risorgeva dalla morte*? Invece lascia un buco vuoto.. da riempire a piacere.
Così, gli unici che abbondano in dettagli saranno proprio.. i cristiani! «Cristo-Dio esiste perché lo diciamo noi, eh-eh!». È come se io scrivessi un libro sulla mia capacità di volare, e poi per provare che è vero dicessi «C’è scritto nel mio libro!». ..Ceeeerto, cosa si vorrà di più, mica una prova vera?
Al massimo, e non tutti gli storici oggi ne sono certi, si può dire che un Gesù-Uomo visse, e che in certe cose fu un grande.. Ma da lì, provare che era un dio e risorse, richiede tutt’un altro sforzo, più intenso che andare da re Artù a Excalibur.
Invece, piano piano i primi cristiani rappezzano un pugno di indizi storici con una sfilza di fantasiose credenze, principalmente ebraiche, e per un motivo o per l’altro fanno di un Maestro un Dio: come fedele cronaca dei tempi i vangeli non saranno granché, ma per seminare una ideologia sono perfetti.. Questo lo sapeva anche Paolo, uno che ha avuto una parte decisiva nel rivedere e diffondere il pensiero di Gesù.. Un bel record, per non averlo mai conosciuto!!
Il buon Gesù, reso divino solo dalla testardaggine umana, con l’occhio della fede possiede i tratti mitici (stirpe divina, nascita prodigiosa, gesta e miracoli, detti e sagge verità, avversari malvagi, viaggi negli’inferi, sacrificio e ritorno, mediazione e salvezza) che fedeli di ogni tempo hanno creduto di numerosi dèi (più volte in gruppi di tre, come le precedenti Trimurti indiana e Triade capitolina), eroi e maestri (ciascuno a suo modo), già da millenni prima.. Osiride e Horus (Egitto, 4000 AEC), Krishna (India, 1200 AEC) Zarathustra (Persia, 700 AEC), Inanna, Buddha, Dioniso, Perseo, Eracle, Ercole, Attis, Mitra, Romolo/Quirino, Castore e Polluce, Asclepio, ..
E quei maestri e dèi, che vissero prima, sono considerati mitologia per creduloni. Quelli.
Idee niente affatto nuove, ma vecchie trame di religioni e leggende, di cronache (Plinio il Vecchio per es. riporta numerosi casi di ‘risorti’), arti (es. Omero) e filosofie (es. Platone in Repubblica [4° secolo AEC] narra di Er, tornato vivo dopo ben 12 giorni dall’aldilà, dove osservò pure un sistema di giudizio buoni/cattivi). Miseramente provate e quindi credute, se credute, soltanto per fede. Eppure seguaci non mancano mai. Straordinarie testimonianze della solita storia (c’è un personaggio ammirato, via via spontaneamente glorificato da chi lo ama, le cui doti nel tempo si fanno più marcate, e le azioni avventure strabilianti) e della facilità con cui gli uomini sanno creare e credere ai loro miti, con tutto il cuore. Era (ed è!) una tendenza popolare riconosciuta, psicologia già vista non solo in campo religioso, perché per Gesù non dovrebbe essere stato lo stesso? Proprio l’episodio della resurrezione così testimonia, di fatto, da Paolo a Marco a Giovanni, nell’arco di quasi 70 anni. Forse perché ancora molti ci credono? Ma crederci da tanto – o crederci in tanti – non ha a che fare per forza con la verità. Allora l’Induismo ha più di 4000 anni (ed è sostenuto da 800 milioni di credenti), l’Ebraismo 3000, il Buddhismo 2500..
Non portate miliardi di fedeli, ma 1 sola prova.
Il fatto è che più o meno tutte le religioni nascono per motivi simili e si basano per natura su elementi simili. Poi ciascuna ci cuce un suo lenzuolo di speranza, e ci si copre. Non è dunque che il cristianesimo abbia copiato di sana pianta, no. Per Gesù, il suo gruppo e poi quelli che scrissero i vangeli non era una gara di carta carbone (per nessuno lo era).. È ben possibile che sentirono la spinta delle idee e tradizioni che avevano tutt’intorno, cmq le scritture del primo Testamento erano già fonte di spunti impagabile. Cresciuti sotto queste forti influenze, assuefatti a spiegazioni pre-scientifiche e abituati fin da piccoli a usare la fede, si fecero convinti di un affascinante,in parte nuovo e certamente utile ‘cammino di salvezza’, che nutrì la loro speranza di cambiare le cose in quel difficile periodo della storia.. Un cammino così particolare che, pur venendo dall’ebraismo e da ebrei, durante la vita del maestro proprio non convinse la maggior parte di essi, per i quali certe idee erano una grossa forzatura del VT e non videro cose che le provassero al di là di ogni dubbio.
La sua stessa famiglia si interrogava su di lui, e alcuni discepoli non si convinsero persino della sua resurrezione (Mt 28,17; cfr Lc 24,16 e Gv 20,14[8])! Come sarebbe stato possibile, fosse stata reale, evidente, osservabile, inequivocabile?
Così infatti, la leggenda di quest’uomo prese piede dopo, e soprattutto altrove.
Simili racconti in realtà sono tutti senza prove, dal primo all’ultimo ‘dio’, e quindi non ci aiutano a capire, al di là della fede, se oltre ad essere creduti veri.. erano anche veri.
Della stessa resurrezione, evento chiave del cristianesimo, i vangeli danno versioni contrastanti e inconciliabili. Che pensarne? Che di qualsiasi spiegazione naturale, anche la più incredibile è più plausibile di una sopra-naturale, e ce ne sono di quelle (es. reazione emotiva ad estrema delusione esistenziale [la psicologia sa che forza possano avere], allucinazioni, corpo sottratto o sepolto altrove, gesù sopravvissuto alla croce [non sarebbe stato il primo, ci dice la storia], esperienza di pre-morte, bugia a fin di bene, un.. sosia, episodio tutto inventato, ..o in mix di essi) che non si possono proprio escludere. Niente è impossibile, in teoria, nemmeno risorgere: ma se succede nessuna fede serve, se invece non succede nessuna fede basta.
Pensiamo agli apostoli: il Messia non libera nessuno, non porta la pace, e muore.Immagina la delusione immensa, il dolore allucinante.. il loro orgoglio fatto a pezzi, la vergogna, l’angoscia sconfinata e lo smarrimento per il futuro.. E la fede, che li portò fin lì, a cui non volevano e forse non sapevano rinunciare, anziché ammettere con sé stessi di averla riposta in qualcosa che andò completamente storto.. La potenza di questa miscela di sentimenti ed emozioni sarebbe stata incredibile, persino intollerabile. Possono forse aver rivisto e parlato col Maestro in una visione, del tipo oggi molto ben documentato, in cui alcune persone sconvolte dalla perdita di un caro dicono di averlo fatto? Di certo sì. Ed essendo all’oscuro del fenomeno come risposta psicologica, non dovettero far altro che inquadrare la cosa nei semplici termini che gli consentiva la loro ignoranza e la loro fede. E ancora: per resistere, per sopportare quel peso spaventoso, si può supporre una reazione anch’essa già osservata in situazioni simili: «Doveva andare così, niente paura! Gesù non è morto, si è sacrificato per noi, e poi è risorto! Eccolo, è là, lo vedo! Andiamo a dirlo a tutti!». Ipotesi estrema? Oh sì, così come doveva essere per loro la situazione.
Tentare una estrema razionalizzazione può venire istintivo, in questi casi, e crederci, crederci è tanto più facile quanto più fossimo già abituati a non chiedere prove da tutta una vita. Così, si attenua il dolore, e si salva il proprio credo. C’è la possibilità che sia andata così?
Bisogna ammettere che la dinamica ci è nota, ne conosciamo molti altri casi: laddove gli eventi contraddicono una nostra convinzione irrinunciabile, o stravolgono il nostro equilibrio emotivo, si può arrivare a una spiegazione che compensi la dissonanza, che ci aiuti a negare i fatti e rimuoverli. Una che ci consenta di andare avanti, eppure di restare indietro. E sia anche illusoria, inverosimile, illogica, incoerente e infondata, il suo senso sta nel proteggerci dall’urto della realtà, e dunque andrà difesa ad ogni costo.
Mi perdoni il credente per questa mondana ricostruzione, come pure per quella su Maria, ma non sto minimizzando i fatti. Al contrario, è una lettura fideistica che li gonfia di regola oltre misura. Restiamo pure aperti all’incredibile, ma è un errore prederlo per buono senza motivo, cioè escludere a priori l’ipotesi naturale.
Considerata dunque la regolarità delle leggi fisiche, e per contro gli innumerevoli casi in cui persone hanno inconsciamente razionalizzato, o mentito, ingigantito, interpretato grossolanamente e anche solo ricordato male, date poi queste possibilità realisticamente più semplici, e il fatto che non disponiamo che di testimonianze secondarie, disarmoniche e di parte, su un singolo episodio così antico: che ragione resta per credervi?
Anche se volessimo escluderle tutte, se pure avessimo delle prove consistenti e non delle dichiarazioni di 4a mano ansiose di fede e speranza.. una resurrezione non ne farebbe con certezza un dio lui stesso. Come al solito è sempre possibile immaginare spiegazioni fuori dal normale, e fra le tante c’è chi predilige quella dell’intervento di Dio. Ma di fronte a un simile massa di dubbi su di essa l’unica certezza è che affidarsi a una fede vale come il due di denari con briscola a coppe. Di nuovo, è una questione di metodo: la fede non tende alla verità, la presuppone. Perciò è utile come pettinarsi per risolvere un’addizione.
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Chi era davvero Gesù?
Beh, per sicuro fu una persona di cui si *scelsero* azioni e detti fra quelli di una vita(Gv 21,25), che si trascrissero anni dopo raccogliendo ricordi, che furono completati e lustrati dai primi cristiani (malamente, come stiamo vedendo), che solo molto dopo furono riuniti (ma non erano nati per stare insieme e spiegarsi l’un l’altro), e poi furono tradotti in modi diversi, quindi variamente interpretati lungo tutti i secoli successivi.. Il che rende esile e incerta la sua stessa storia di uomo. E detto questo, accettarne l’evidente idealizzazione subita è nient’altro che volontà di *credere vero*.. In fondo è un po’ poco! Ciascuno misuri la sua.
Personalmente, do per buono che gesù sia esistito, e che sia stato considerato un carismatico maestro di vita.. Non mi sento di poter andare oltre: scarto la natività come costruzione posteriore, nutro dubbi sui suoi miracoli e l’episodio della resurrezione resta troppo vago per decidere che è vero. Inoltre la sua venuta, legata al VT secondo una cattiva mentalità tipicamente umana, ha proprio poco di un piano divino.. Non ho problemi ad accettare la sua natura di uomo, quindi, ma penso che considerarlo di più sia una cosa da cristiani.
Credere a cristo è credere ai cristiani, così da sempre disposti e predisposti alla fede e senza prove (fin dai discepoli che videro la morte di Gesù, fin dalla prima generazione di credenti che ascoltarono da terzi – e non vissero in prima persona – le sue gesta, e se lo fecero bastare. Sì, da allora in poi!) da non essere attendibili: non è gesù che ha scosso il mondo, ma ciò che ferventi seguaci hanno voluto dire fare credere e ripetere della sua figura, ostinandosi e isolandosi in essa, decorandola d’onori e passione, spesso dandole ogni esclusiva di virtù e saggezza.. ricostruendosela nel cuore per fede e lasciandola così in eredità.
Peccato, però: la spruzzata di paranormale che gli ha consentito di ritrovarsi così famoso, alla faccia di tanti altri grandi, doveva essere provata molto meglio, proprio perché tanto fuori dal normale!, anziché riposare su episodi storicamente fragili, e propagarsi per atti di golosa fede.
Per chi scrisse i vangeli la storia non era importante, ma per noi sì. E adesso?