I dieci comandamenti sono una valida, assoluta legge morale
Per un microsecondo, diamo per buono che Dio esista. Secondo i cristiani, costui vuole che ci comportiamo bene. Così ci ha dato delle regole da seguire. Regole positive, di buon comportamento: morali. Senza, gli Uomini farebbero solo un gran casino, dice.
Beh, anche su questo è difficile essere d’accordo. Io trovo che non è per niente così! L’Uomo può eccome essere buono, ed è meglio quando le regole se le fa da solo (vedi sopra il capitolo ‘Ma se dio..’).
Ok, forse potrebbero essere delle buone regole, in generale, no? Vediamole insieme:uhm.. ah già, quale versione prendiamo? La prima e originale? La seconda, quando Dio cambia idea del tutto? O quella del catechismo?? Tutte sono importanti (parola di Dio o della Chiesa, mica poco!).. Ma tutte come regole di vita fanno pena:
· Nel 1° comandamento, scopriamo subito che Dio è intollerante con le altre idee, anzi fin dall’introduzione vuole la guerra (Es 34).
· Nel 2° che è geloso, possessivo e ingiusto, anziché paterno e amorevole.
· Nel 4° e nel 10°, riconosce la schiavitù (anche qui la furba Chiesa sorvola).
· Nel 5° (4° per la Chiesa), scopriamo che i figli non sono citati, quindi gli si può mancare di rispetto a cuor leggero. E che la sottomissione a un’autorità intoccabile si impara fin da piccoli. Ma l’onore va guadagnato non comandato! E dev’essere reciproco non a senso unico!!
Ai figli di obbedire, ai genitori di disciplinare alla lettera del Signore: quale miglior schema educativo per assicurarsi potere – anziché favorire parità indipendenza e fiducia – e con ciò ripetere i soliti errori sociali? I genitori si meritano rispetto non qualsiasi cosa facciano, ma se da genitori si comportano da genitori in gamba. Così il rispetto fluirà tenero e spontaneo, non per dovere né per convenienza, come quella (peraltro mai garantita) di una vita ‘più lunga’. Anche questa quindi, non può certo essere considerata regola perfetta e assoluta.
· 6°, 8° e 9° sembrano giusti, tanto che ispirano da sempre le leggi dello Stato (3 su 10!) e i migliori rapporti fra persone, ma così sono generici e incompleti: cosa farebbe, ad esempio, una persona assalita da un ladro armato di coltello? E una madre poverissima che ruba del cibo per il suo bambino? E un soldato che difende la sua terra? La legittima difesa dove la mettiamo? E perché dio nel VT permette comanda e premia stragi ed atti efferati dei suoi?
Ancora: le bugie pesano forse tutte uguali? E una bugia detta per evitare un’ingiustizia maggiore? E perché circoscrivere alla testimonianza, anziché dire in generale ‘non mentire’? Perché scrivere – in questo punto così essenziale – proprio ‘il vicino’ e non ‘gli altri’ o ancora meglio ‘l’umanità’? Bugie, furti e omicidi stanno sullo stesso piano, meritano la stessa pena?
Ma perché poi non proibire *tutti* i tipi di violenza anziché 3, dico io? E perché non esprimerli al positivo? Uhm.. neanche questi sono assoluti, confermi?
· Nel 7° (6° della Chiesa) è proibito l’adulterio, eppure non risiede necessariamente qui il problema di una coppia. La Chiesa poi, nel suo slargare i significati, lo trasforma in tutti gli ‘atti impuri’. Cosa saranno mai? Semplice, il sesso. Alla Chiesa il sesso fa schifo, ai preti è ancora imposto di negarselo e trattenersi tutta la vita, in modo innaturale e inutile, e ci vorrebbe tutti casti pure noi. Ma il sesso in sé non è impuro, né sgradevole, né pericoloso (se prudente)! E allora? Anche questo, come assoluto, non funziona.
· Il 10° (9 e 10 per la Chiesa) chiarisce: si parla agli uomini (un esempio di quanto poco le donne erano, e spesso sono, considerate; alla faccia delle pari opportunità!). E proibisce addirittura il desiderio! Ma il desiderio non si può proibire, comandare, decidere.. Il desiderio poi è anche ciò che ci spinge a migliorare la nostra vita, e non fa bene opprimerselo dentro. Non è altro che un forzare ad accontentarsi di poco. E perché poi far pagare un desiderio quanto al ladro o all’assassino!
Questa è la ‘moralità’ del decalogo. Sono queste perfette regole di comportamento?? Regole assolute e universali?
I primi comandamenti sono di stampo religioso, e non morale (cioè non c’entrano col fare il bene o il male), è evidente. Dunque proprio non morali, immorali, poiché diventano un’ingiusta imposizione a non credenti e altri credenti, ed equiparano il loro ateismo ai crimini citati dopo. La nostra Costituzione garantisce più rispetto (Art.3).
Il resto, un rigido e incompiuto accrocchio di regolette che oggi non soddisfa per niente, in origine rivolto ai soli maschi ebrei, mica universali, e forse derivate da due illustri codici precedenti (il Libro dei Morti egiziano e il Codice di Hammurabi babilonese), storica testimonianza del fatto che prima del dio cristiano la morale c’era eccome.
Scompare, l’accrocchio, paragonato all’etica di un Socrate, un Epicuro, o ai 5 Precetti del Buddhismo, o ai Dicta di Solone.. Parole antiche che mostrano la virtuosa maestà del cammino dell’uomo. Non ‘comandamenti’, cioè ordini, da obbedire pena l’ira, l’offesa e la punizione di un dio, ma linee guida, raccomandazioni per la persona che desidera coltivare la sua nobiltà morale.. Che figuraccia ci fa il decalogo!
Cosa abbiamo, in realtà? Da una parte il Dio biblico, aggressivo e impaziente, che comanda invece di insegnare, così vanitoso da dedicare 4 comandamenti a sé stesso (3 nei più recenti) (!). Dall’altra la Chiesa Cattolica, che accorcia e abbellisce le parole di un dio come le pare – un bell’esempio di.. relativismo! – e non dice niente ai suoi fedeli.. 2 volte colpevole.
Begli esempi! Che moralità, pure in chi li ha scritti e in chi li insegna..
Esistono valori e regole ben migliori a cui ispirarsi. Conclusione? Concludi quello che vuoi.